– Decorazioni in terracotta e in ceramica

La decorazione architettonica del Quattrocento in Piemonte è caratterizzata dall’uso di rilievi in terracotta per cornicioni, cornici marcapiano, inquadrature di porte e finestre. Composti con formelle realizzate a stampo, questi riproducono modanature, cordoni ritorti, elementi geometrici, o anche disegni complessi, quali tralci fioriti o con frutti, animati da putti, piccoli animali, figure civili o di angeli e santi. In certi casi la terracotta è anche ingobbiata, dipinta (di verde, prodotto dagli ossidi di rame, e giallo, dagli ossidi di ferro) e invetriata. Esiste inoltre l’uso, già dall’XI secolo, di murare piatti invetriati, spesso di provenienza mediterranea, in specie su campanili e facciate delle chiese.

Prima e Seconda Casa di Bussoleno, Casa di Frossasco

Le finestre ad arco acuto hanno semplice modanatura. Per questo tipo di mattoni  i due stabilimenti piemontesi incaricati, Rey e Gariglio,  adoperarono macchine che producevano a trafila un lungo nastro sagomato  in terracotta, che veniva poi tagliato in segmenti della lunghezza voluta.

Chiesa

La facciata della chiesa, con l’alta ghimberga che incornicia la porta, i pinnacoli e la decorazione in cotto, ben rappresenta un modello architettonico diffusosi in Piemonte nel Quattrocento. La ghimberga con rosone e i pinnacoli sono copiati dalla chiesa di San Giovanni a Ciriè. Nel timpano è collocata la figura a tutto tondo, anch’essa in cotto, della Madonna del melograno che riproduce quella del Duomo di Chieri, scultura di cultura borgognona attribuita a Jean de Prindall. La chiesa di San Giorgio di Valperga Canavese ha ispirato invece il cornicione, con formelle a elementi fitomorfi, torchons e giochi di archi, dipinti seconda la policromia rilevata sull’originale.

Casa dei Pellegrini

Sulla porta di accesso sono murate due piastrelle a rilievo con stemmi araldici e tre figure di santi, in ceramica ingobbiata, dipinta e invetriata. I Santi sono Francesco, un frate francescano e Giacomo Maggiore (o forse un pellegrino); gli stemmi quelli di Savoia e Monferrato. I rilievi riproducono originali conservati a Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica, provenienti da Capriata d’Orba, risalenti all’ultimo quarto del XV secolo. Non è chiara quale fosse la loro destinazione originaria, forse parti di un polittico. Nel timpano sulle bifore al primo piano sono collocati due piatti, analoghi al vasellame della rocca.

Casa di Cuorgnè

La decorazione in terracotta è qui particolarmente elaborata: il fascione marcapiano è costituito dalla sovrapposizione di 6 ordini di formelle, e larghe cornici a rilievo ornano le porte a piano terra e le finestre del primo piano. I motivi decorativi non si ripetono mai uguali: tralci di foglie, palmette, grappoli d’uva e piccole salamandre all’innesto degli archi nel sottoportico, angeli, intrecci di archi e tralci di foglie rigonfie e lobate al marcapiano, tralci di vite con figure umane, uccelli, rombi sagomati e torciglioni alle finestre. I modelli per le formelle del marcapiano e delle finestre non appartengono alla casa di Cuorgnè che fu modello dell’edificio nel suo complesso, ma vengono da Ivrea, dal Palazzo Municipale e da una casa del rione di Porta Tupe.

Casa di Pinerolo

Le finestre hanno cornici ornate da un tralcio sinuoso di voluminose foglie lobate (il motivo decorativo più comune nell’edilizia piemontese) o da formelle con steli di fiori a cinque petali, con foglie e boccioli (di zucca?), un modellato forse di origine lombarda ampiamente diffuso in Piemonte e nella pianura padana. Sulla facciata sono collocate le due figure dell’Annunciazione, copia di un originale di cultura borgognona databile al 1470 circa conservato al Museo Civico di Torino e proveniente dalla Casa del Senato di Pinerolo. Sul fianco della Casa di Pinerolo, all’ingresso nel cortile di Avigliana, è murata un’anconetta in maiolica dipinta, raffigurante la Madonna in adorazione del Bambino. Riproduce una caratteristica maiolica bianca e azzurra della bottega dei Della Robbia, di cui sopravvivono oltre trenta esemplari rinascimentali. L’icona del Borgo fu realizzata nel 1884 dalla Manifattura fiorentina di Ulisse Cantagalli.

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