L’Esposizione Generale del 1884: la Sezione di Arte Antica
Il 26 aprile 1884 si aprì a Torino nel Parco del Valentino l’Esposizione generale italiana artistica e industriale. Essa si collocava nella scia delle grandi manifestazioni di respiro internazionale che intendevano promuovere la produzione industriale ancora agli albori in Italia. I modelli erano l’Esposizione di Londra del 1851 e quella di Parigi del 1878.
Si trattava di grandi eventi che fruivano di finanziamenti pubblici e che fondevano i caratteri della fiera-mercato tradizionale con quelli della presentazione di nuovi prodotti, e quelli ancora della mostra.
Queste manifestazioni, volte essenzialmente al futuro, all’innovazione, agli scambi di livello internazionale, erano però sempre corredate da padiglioni o strutture che illustravano la produzione artistica e architettonica dei secoli passati e delle più svariate civiltà.
Torino visse l’attesa dell’Esposizione del 1884 con grandi aspettative di rinascita economica per una città che aveva perso da due decenni il ruolo di capitale ed era in cerca di una nuova identità. Il successo dell’iniziativa fu notevole e ad esso concorse la presenza di un “padiglione” molto particolare: il Borgo e la Rocca medievali.
Per saperne di più sull’Esposizione del 1884
Alfredo D’Andrade, Vedute del Borgo in costruzione, 1883. Roma, Archivio Centrale dello Stato
L’Esposizione torinese si propose di offrire una sezione artistico-architettonica; a questo scopo fu costituita la Sezione di Arte Antica, una Commissione interdisciplinare formata da letterati, storici, artisti, architetti, archivisti, esperti di oggetti d’arte, che iniziarono a riunirsi nel gennaio del 1882, sotto la presidenza di Ferdinando Scarampi di Villanova, per elaborare un progetto di padiglione. I lavori subirono una accelerazione e una svolta dal maggio 1882, quando entrò a far parte della Commissione Alfredo D’Andrade, facoltoso portoghese studioso dell’architettura italiana, in particolare di quella medievale. Fu definitivamente abbandonata l’idea di un padiglione che riprendesse stili architettonici di diverse epoche e regioni d’Italia, a favore di un progetto che si rifacesse ad un solo secolo (il Quattrocento) e ad un unico territorio culturale (la Valle d’Aosta e il Piemonte). Iniziarono così le ricerche preliminari alla realizzazione del Borgo Medioevale, costituito da un villaggio e un castello turrito.
Prodotto d’invenzione nel suo insieme, ogni elemento architettonico, decorativo e di arredo del Borgo è riprodotto con precisione filologica da modelli originali del secolo XV, rintracciabili all’epoca in Piemonte e Valle d’Aosta, rilevati e studiati personalmente dai componenti della Commissione.
Cartoline d’epoca del Borgo da foto di Vittorio Ecclesia, 1884. Torino, Galleria d’Arte Moderna
Un Borgo colla dominante Rocca
La singolare realizzazione del Borgo Medioevale fu un prodotto della cultura positivista imperante nell’ultimo quarto dell’Ottocento ma rifletteva anche l’attenzione al manufatto antico, alla cultura materiale del Medioevo, di cui Alfredo D’Andrade e Vittorio Avondo (anch’egli membro della Commissione) avevano già dato prova nel recupero e restauro di alcuni castelli valdostani, in particolare quello di Issogne, acquistato da Avondo nel 1872.
L’immane lavoro di reperimento e riproduzione dei modelli procedette a ritmo accelerato: il 12 dicembre 1882 si pose la prima pietra della Rocca (il castello), il 6 giugno 1883 si pose la prima pietra del villaggio, il 27 aprile 1884 il Borgo venne inaugurato alla presenza dei sovrani d’Italia, Umberto e Margherita di Savoia.
Sotto i portici si aprivano le botteghe artigianali, affidate a ditte di livello nazionale, che costituivano esempi di alta tradizione nella lavorazione della ceramica, del legno, del ferro e che animavano realisticamente la strada del villaggio.
Cartolina d’epoca della Rocca da foto di Vittorio Ecclesia, 1884. Torino, Galleria d’Arte Moderna
Il successo del Borgo e le sue trasformazioni
Il Borgo Medievale di Torino è uno dei più significativi prodotti di una culturale, il neomedievismo ottocentesco, che, pur con forme e finalità differenti, ha lasciato in tutta Europa importanti testimonianze nell’architettura, nelle arti, nella letteratura e nel gusto e che ebbe particolare fortuna a Torino e in Piemonte.
Borgo Medievale è un caso unico all’interno del panorama artistico torinese, più simile ad un sito archeologico o monumentale che ad un museo in senso stretto formato da collezioni incrementabili.
Esposizione generale italiana artistica e industriale si svolse a Torino dall’aprile al novembre del 1884. Mentre la Rocca, il castello, fu costruita per durare nel tempo, il villaggio era destinato alla demolizione, una volta che la manifestazione fosse terminata.
L’enorme successo ottenuto dal complesso fece sì che esso fosse acquistato dalla Città di Torino a fine manifestazione, entrando a far parte dei Musei Civici solo molto più tardi, nel 1942.
Il gradimento del Borgo da parte del pubblico è stato vastissimo e ininterrotto. Non così la sua fortuna critica.
Fino agli anni Trenta del 1900 le finalità per cui il Borgo era stato realizzato erano ancora perfettamente comprese e condivise dall’ambiente culturale torinese. Ugualmente le tecniche architettoniche e la lavorazione dei materiali messe in atto al Borgo risultavano ancora in sintonia con quelle seguite dagli artigiani e decoratori torinesi degli anni fra le due guerre.
L’atteggiamento cambiò nel Secondo dopoguerra. In considerazione dei rilevanti danni derivati dai bombardamenti (venne colpita la parte sud del Borgo, con conseguente distruzione di parte della Rocca e della casa di Ozegna) fu addirittura ventilata l’ipotesi della demolizione del Borgo, poi fortunatamente abbandonata. Le finalità e gli scopi che avevano guidato gli ideatori non furono più capiti e il Borgo venne sempre più interpretato come un “falso”.
Il 1981 segna un’inversione di tendenza. E’ infatti l’anno della mostra Alfredo D’Andrade. Tutela e restauro, primo significativo segno del rinnovato interesse della critica per il neomedievismo piemontese della seconda metà dell’Ottocento. A partire da questa data il Borgo ritrova il giusto posto nel panorama culturale della città, anche grazie al suo uso mirato come sede di manifestazioni e eventi e alla ripresa di un’intensa attività editoriale e culturale inerente, promossa in special modo a seguito della gestione affidata dalla Città, con le altre sedi dei Musei Civici, alla Fondazione Torino Musei, dal 2003 al 2018.
Oggi, il Borgo può essere considerato un museo a cielo aperto che vede transitare al suo interno oltre 500.000 persone all’anno. Di queste, oltre 50.000 visitano la Rocca e il Giardino, il cui ingresso è regolamentato dall’emissione di un biglietto a pagamento.
Un po’ di numeri
SEDUTE DELLA SEZIONE: 159
POSA DELLA PRIMA PIETRA DELLA ROCCA:
12 dicembre 1882
POSA DELLA PRIMA PIETRA DEL BORGO:
6 giugno 1883
SUPERFICIE DEL BORGO MEDIEVALE:
8.550 mq (di cui 2.750 area coperta)
INAUGURAZIONE:
Il 27 aprile 1884 alla presenza dei sovrani d’Italia, Umberto e Margherita di Savoia.
VISITATORI DURANTE L’ESPOSIZIONE: 216.506
LOCALITÀ IN CUI SI TROVANO GLI EDIFICI CHE ISPIRARONO IL BORGO E LA ROCCA: 44