Il portico di una delle costruzioni più spettacolari della via maestra si ispira alla Casa di Cuorgnè detta del Re Arduino, esempio di edilizia abitativa per le facoltose famiglie del Piemonte quattrocentesco. Sull’intonaco bianco ha particolare risalto la ricca cornice che separa i piani (il marcapiano) composta da quattro filari di mattoni stampati: foglie di quercia e ghiande, un cordone ritorto, archetti e stemmi, e alla base una serie di putti con mani giunte. L’ultimo piano è evidenziato dal ballatoio in legno, copia di un rarissimo esempio di Carignano. Il soffitto del portico è decorato sull’esempio del Castello di Rivara, con stemmi colorati, simili a quelli del timpano delle finestre di ispirazione canavesana.
Uno degli aspetti peculiari di questa abitazione è la presenza di una sequenza di botteghe aperte nel sottoportico, a memoria delle quali oggi resta ancora l’insegna dello speziale, che vi aveva bottega, accanto alla tessitrice, nel 1884. Tre anni dopo le botteghe erano state sostituite dal magazzino della ceramica e dallo spaccio di vini e liquori. In occasione dell’Esposizione Internazionale del 1911 si ricostruisce qui la legatoria, affiancata dal 1946 dalla bottega del vetro e successivamente dalla bottega della ceramica. I piani superiori vennero adibiti a studio artistico e ad abitazione del custode. Oggi al piano terreno troviamo a sinistra il negozio di souvenir e a destra il laboratorio didattico, al primo piano il laboratorio dello stampatore.