Le botteghe del 1884
Le botteghe del 1884
La presenza nel villaggio di botteghe attive era prevista sin dalla prima ideazione del Borgo: la loro realizzazione era finalizzata a valorizzare l’artigianato tradizionale di qualità, la cui sopravvivenza si sentiva minacciata dal processo di industrializzazione.
All’inaugurazione del Borgo erano presenti le botteghe del fabbro, del vasaio, del falegname, della tessitrice, dello speziale, l’osteria, il maniscalco, la merceria, la rivendita di frutta e verdura oltre a un locale per la vendita di riproduzione di oggetti antichi.
Su proposta di Alfredo D’Andrade erano distinte tra botteghe “accessibili e attive”, “accessibili e simulate” e “decorative chiuse”; per imitare la vita di un vero villaggio medievale le botteghe dovevano avere personale in costume quattrocentesco (come, del resto, gli operatori di custodia) e produrre o rivendere oggetti come souvenir per i visitatori dell’Esposizione.
Le botteghe “attive” vennero affidate ad artigiani di valore, anche provenienti da fuori regione, che rimasero nel Borgo anche oltre la durata dell’Esposizione, quando il Comune acquistò il sito e lo mantenne attivo. Tra i nomi più importanti, si ricordano quelli dei vasai Issel (da Genova) e Farina (da Faenza), dei falegnami torinesi Bosco e Arboletti, del fabbro Guaita da Trino Vercellese, del ramaio Bianco.
Oggi sono presenti le botteghe del fabbro e dello stampatore, oltre a un negozio di souvenir.
Le botteghe oggi
Alcune botteghe, eredi della prima tradizione del Borgo, permangono ancora oggi: il fabbro e il cartaio producono manufatti secondo le tecniche artigianali e tramandano alle nuove generazioni antiche modalità di lavorazione, perpetuando lo spirito di preservazione dei saperi tradizionali che D’Andrade volle alla base del Borgo.
La Bottega del ferro battuto è quella che più ha mantenuto nel tempo la sua destinazione originaria. I locali a piano terra che si affacciano sul portico della casa di Bussoleno e il retro della tettoia del maniscalco sono adibiti a quest’uso dai primi anni del ‘900.
Nel corso di tutti questi anni, sono stati pochi i passaggi di mano da artigiano ad artigiano: dal primo fabbro Giuseppe Guaita (suo è il lampadario dell’Antisala baronale della Rocca) all’ultimo attivo fino al 2023 Mastro Corradin, hanno proseguito l’attività secondo la tradizione artigianale della bottega.
Dal paziente lavoro di Mastro Corradin escono ringhiere di scale, lanterne e illuminazione in genere, letti, complementi d’arredo e, inoltre, restauri di cancelli e inferriate. Nel negozio, oltre ad alcuni oggetti di artigianato artistico e altri articoli di servizio al turista sono ospitati lampioni, candelabri, attrezzi da camino in ferro battuto, nonché repliche di spade e armature medievali, ricercate da collezionisti e da praticanti di scherma storica.
La bottega ha organizzato laboratori nei quali è data dimostrazione delle tecniche artigianali impiegate quotidianamente in bottega.
Mastro Corradin
La Stamperia del Borgo, condotta da Vittorio Cerrato fino al 2023, ha sede nella casa d’Alba. Vi si producono stampe artistiche ottenute da lastre incise con le antiche tecniche: bulino, acquaforte, acquatinta, maniera nera. Si possono trovare, accuratamente selezionate e raccolte, antiche stampe originali dal 1700 al XX secolo sino alle più recenti riproduzioni raffiguranti piante e vedute della città, spesso edite dalla stessa Stamperia.
Si eseguono lavori di coloritura, restauro e conservazione di stampe, tele e cornici, si realizzano cornici su misura.
Si possono trovare edizioni di pregio, pubblicazioni dei musei della città e della regione, libri turistici e oggettistica artigianale. La Stamperia del Borgo è stata, inoltre, editrice di pubblicazioni dedicate al Borgo Medievale.
Tra pennini, inchiostri e calamai sono notevoli i materiali cartacei: antiche edizioni di cartoline, biglietti augurali e carta da scrittura.
Mastro Cerrato ha organizzato periodici laboratori di incisione e avvicinamento alle tecniche di stampa.
Mastro Cerrato